la tua pelle sarà raggrinzita

quando sul tuo letto di morte
la tua pelle sarà raggrinzita
e la bellezza sfiorita
mi chinerò su di te in un bisbiglio
a dirti forte quanto ti amo
e poi piano il mio pianto
si scioglierà in incanto

Alberto Sighele

a cosa serve una penna? a sporcare un foglio e io voglio te zuffolo piffero fischietto abbraccialo stretto sotto un cespuglio poi portalo in città in un letto e rovescialo sul pubblico da un’orchestra acqua che io abbia alla mia sete le tue labbra
preparare tutto al dettaglio e poi vivere spensierati alla giornata crea la fortuna sfacciata del saggio che non fa nessun sbaglio andando allo sbaraglio è chiamare l’universo a sé il mio controllo del pensiero è quando cancello paure e preoccupazioni vivo nel presente in bilico ringraziando del passato e del futuro e dalla cima di quel muro spicco il volo al cielo sono il sole e il suo raggio felice come un saggio

suffering is our own problem

suffering is our own problem
and has your own cure
suffering could be cruel or soft
it’s up to you
it’s up to you
to turn the wheel
do

Alberto Sighele

trittico risaie / dai vegetali in sù / il compasso la curva il centro niente è più regolare dell’amore / dai vegetali in sù la mia teoria è la simmetria / soggetto oggetto l’un l’altro

alla bellezza bisogna abbandonarsi

alla bellezza
bisogna
abbandonarsi
è un gorgo
ti trapana avvolge e travolge
il sesso ti porta a te stesso
femmina o uomo il nostro destino è fonderci

Alberto Sighele



a kiss is a bliss you cannot give without taking and cannot take without giving you need two pairs of lips

ci sono parole e immagini magiche e immense

ci sono parole e immagini magiche e immense
e coppie di parole e simboli che si avvitano
e sbocciano come io e te luce e conduce
mare amore vita dita testa resta roccia goccia bello fratello
calma palma occhio orecchio sorella scodella cavalla farfalla
e ancora amore all’ancora e baci al cuore che mi piaci
e il vortice che dice se tutto è flusso mi annegherò in quel fiume

Alberto Sighele




il fiume che non sta mai fermo insegna l’eterno

respiro vivo

respiro vivo
il cuore nel fiore
dentro e fuori
sento il centro
i petali e i palpiti dell’unità del tutto
e tutto il brutto è mio
l’ho già distrutto

Alberto Sighele

stringi stringi mi spingi ad ammettere a scommettere che mi ami ad allentare il pugno mi succhio il dito con l’infinito ed ho un mucchio di note da rincorrere in questo zuffolo in tanto soffio e sono io la musica che qualcuno chiama

dal piffero all’orchestra

zuffolo piffero fischietto
abbraccialo stretto
sotto un cespuglio
poi portalo in città
in un letto
e rovescialo sul pubblico
da un’orchestra

a cosa serve una penna? a sporcare un foglio e io voglio te zuffolo piffero fischietto abbraccialo stretto sotto un cespuglio poi portalo in città in un letto e rovescialo sul pubblico da un’orchestra acqua che io abbia alla mia sete le tue labbra

a cosa serve una penna

a cosa serve una penna?
a sporcare un foglio
e io voglio te

Alberto Sighele

preparare tutto al dettaglio e poi vivere spensierati alla giornata crea la fortuna sfacciata del saggio che non fa nessun sbaglio andando allo sbaraglio è chiamare l’universo a sé il mio controllo del pensiero è quando cancello paure e preoccupazioni vivo nel presente in bilico ringraziando del passato e del futuro e dalla cima di quel muro spicco il volo al cielo sono il sole e il suo raggio felice come un saggio

mi succhio il dito con l’infinito

mi succhio il dito con l’infinito
ed ho un mucchio di note
da rincorrere
in questo zuffolo
in tanto soffio
e sono io la musica
che qualcuno chiama

Alberto Sighele

soffio sul soffione ed è già l’alone della luna – omaggio a Luigi Canepa