Allegrini alla Casa della Pittura Fonetica per Laura Zilocchi e Guadalupe Zepeda

In occasione della presenza del critico Giosuè Allegrini a Rovereto alla 4° inaugurazione di artisti ospiti della mostra ‘Le Sette Stanze’ presso la Casa della Pittura Fonetica. val la pena fermarsi a considerare il fermento che si sviluppa nei dintorni del Mart, nella città della quercia e in provincia rispetto alla Poesia Visiva, il Futurismo, il concetto e la pratica di libro e casa d’artista.

Sarà il fulcro dell’intervento di Allegrini.

Oltre alle due artiste ospiti di giugno, l’emiliana Laura Zilocchi e la messicana Guadalupe Zepeda, con il valore della scrittura nel quadro per la prima e l’universalismo e radicamento locale della seconda, l’attenzione va alla Casa d’Artista e alla mostra ‘Le Sette Stanze’ che la riempie con un calendoscopio di artisti mensilmente invitati nelle varie stanze. Sembra di vedere l’attivismo di Depero a Rovereto un secolo dopo.

La Casa della Pittura Fonetica si colloca nel groviglio di rapporti tra Mart, Fondazione Berardelli di Brescia, Collezione Carlo Marcello Conti di Pasian di Prato a Udine, e ora Archivio di Nuova Scrittura presso il Collegio Cairoli dell’Università di Pavia diretto da Giosuè Allegrini.

Il tessuto è anche di rapporti interpersonali e di amicizia: Carlo Marcello Conti è l’editore di ‘Tu sei Tutto fino al Settimo Cielo’ di Alberto Sighele che spiega le sette stanze della Casa e della mostra che la vivifica. Contiene una acuta analisi dell’opera da parte di Giosuè Allegrini che la definisce in assoluto libro d’artista. Sighele trasforma cataloghi di Berardelli e del Mart in libri d’artista usando come strumento la propria pittura fonetica. Rivisita nello stesso modo propri volumi di poesia e addirittura intere riviste di attualità come UCT su Scotellaro e l’intelligenza artificiale. Un vero laboratorio.

Le inaugurazioni alla Casa della Pittura Fonetica a Rovereto non sono da perdere. Vi sono già passati Paolo Ober e Ilario Dalvit ad aprile, Margaret Nella e Claudio Cavalieri a maggio (ancora in esposizione). Vi entrano ora a giugno, nella prima e nella settima stanza, Laura Zilocchi e Guadalupe. Il vernissage domenica 11 alle 19.

La Casa della Pittura Fonetica ringrazia la Kunst Grenzen per la collaborazione.

Margaret Nella arte totale

Margaret Nella arte totale.

Margaret Nella a maggio 2023, alla Casa della Pittura Fonetica, nella mostra LE SETTE STANZE, nella quarta stanza, quella del chakra del cuore, compie fino in fondo il suo piacere-dovere di dare il suo contributo. Regala agli organizzatori, e perciò alla Casa stessa, 7 capolavori in arte tessile che illuminano i 7 principi di vita ancorati nel nostro corpo, i chakra, appunto: aspettano la nostra meditazione e la nostra ammirazione per risplendere: per trasformare noi stessi, l’umanità e la vita che ci circonda.

Arte tessile la sua. Il suo pennello è la scelta dei colori e la consistenza al tatto dei tessuti. Il suo disegno è tracciato dalla macchina da cucire, per scrivere concetti e aspirazioni, assieme, con una creatività potente quanto è apparentemente costretta all’essenziale dallo strumento che utilizza: femminile e primordiale come la stoffa di cui ci vestiamo. Definisce il nostro rapporto tra la pelle ed il mondo che ci circonda: la nostra identità.

La pelle ed il senso che vi corrisponde, il tatto, sono, dalle profondità dell’umanità, associate al cuore, il quarto chakra. Lei è ospite nella quarta stanza.

Da quella, con le 7 opere, lancia vibrazioni verso tutte le altre 7 stanze. Lei è perciò al centro del corpo e della casa, e nel dono realizza il senso della vita.

L’arte è tale quando si porta via tutto e tutto trascina in alto e nel senso.

Margaret Nella perciò percorre di opera in opera i colori dell’arcobaleno nella esatta rifrazione della luce (nel cielo e nel corpo) dal rosso al viola.

Precisa nel primo, il più basso, nella forma del mattone rosso, la sua funzione d’essere punto di appoggio originario, base, nei quattro angoli della stabilità.

Nel secondo lo spermatozoo cerca l’incontro del due, e la reciprocità dello specchio.

Nel terzo chakra, del diaframma, brucia il sole giallo della ossigenazione dal respiro e delle calorie dalla digestione, sopra campi di grano maturo e girasoli.

Il quarto è verde vortice del cuore nel germoglio e nel nodo del legno, sostegno alla vita.

Il quinto è il pentagramma della parola che è musica, onda, vibrazione, frequenze di diversa ampiezza. Sussurra ed incalza il messaggio e l’ascolto.

Nel sesto chakra ci sei, sei solo, sei sola a scegliere nella pupilla del terzo occhio, da dove tutto si inanella e tu sei quello, sei quella cui spetta il balzo al sette.
Il massimo del simbolismo nella semplicità e nella profondità di cose e concetti che sono anche fiori e forme.

Nel sette si realizza l’ingranaggio, il puzzle che palpita, il raggio, la stella, la foglia nel fossile, il tu nel tutto, la ruota dal minimo al massimo al sempre.

Grazie, Margaret Nella, di averci accolti nella grazia della tua semplicissima, apparentemente impenetrabile, cosmica danza: il tessuto del nostro vissuto.

(La scrittura accompagna e descrive le opere numerate allegate)

(firma mia o di qualche collaboratore che allarga sviluppa o modifica o approva il testo o anonimo)

l’arcobaleno del cosmo di Paolo Ober


Contemporanea alla personale di Ilario Dalvit nella sesta stanza, quella di
Paolo Ober nella settima. Una mano completamente diversa. Egli estrae il colore e la forma alle cose e li proietta oltre, in una visione stilizzata, nella ricerca di un senso più nitido, tagliente, anche se gioioso, non semplificato, anzi più profondo. Fa pensare, mentre fa godere.

Nell’ambito della mostra Le Sette Stanze si avverte i tentativo di stabilire un tessuto, un filo conduttore: cerchiamo di scoprirlo. Se il sette è effettivamente un punto d’arrivo.


In “the piper at the gates of dawn” di Paolo Ober, suonatore di flauto alle porte dell’alba, l’aspirazione all’universale traspare anche dal fatto che la figura umana ha il colore del cielo, l’azzurro, quello sopra le teste e nei polmoni di tutti. Dovrà trasformarsi nella dolcissima musica della creazione continua, dal soffio della coscienza di ciascuno.

L’Eden, l’Età dell’oro è nei polmoni della nostra anima, suggerisce Ober: non credete alle religioni, o al potere, quando reclamano per sé, negandolo a te, il diritto alla musica, al soffiare il senso dentro e al dare il nome alle cose.


Così la danza è di ciascuno di noi. Il ricamo in quest’opera, questo dice: sei sempre tu in ballo.

E “bye bye Loppio” significa: se si prosciuga il lago, è la tua vita che si secca. Clima e guerra minacciano non solo i popoli, la stessa terra.


“Bentornata primavera” ribadisce che l’acqua è sotto, in mezzo e sopra, e perciò ciclo. E verde è facile, si espande. Ed è per te essere al centro ad essere linfa, a spingere in alto, mettendoci la fiamma interiore: sei tu il sole.

Nell’”applauso” il battito delle mani con le quattro dita che, col pollice, quinto, si incastrano rumorose, è anche riconoscimento reciproco e sincronia tra coscienza e cosmo, confermati fino allo splendere della stella dalle sette punte.

E così stelle, sole, circolarità, tessuto stretto, e l’aggancio al centro.

Ma sempre verso l’alto e verso il dentro, dove la leva non solleva solo il mondo, perfino il cosmo.

Diventa allora forse chiaro a tutti perché Paolo Ober doveva, finire, con la sua arte, nella stanza più luminosa, della Casa della Pittura Fonetica, al sette. Basta assorbire le sue opere e lasciarsene spazzolare l’anima. Lo aveva ammesso lui stesso, d’altronde: che ha sua volta era stato ispirato , per “applauso” dal settimo canto del volume appena acquistato “Tu Sei Tutto fino al Settimo Cielo.”La legge dello specchio, della reciprocità funziona.
E forse anche quella di natura che tutte le cose tendono all’unità, a sostenersi ed inanellarsi, a dimostrare a se stesse un destino comune.

Ilario Dalvit tra desiderio e distacco / gli opposti / stanza del 6

Ilario Dalvit accetta la sfida tra gli opposti e sapendo, per esperienza professionale (ha costruito stufe ad ole per una vita) che il calore va verso l’alto, ma che tu puoi frenarlo e trattenerlo, costringendolo amorevolmente al percorso che tu gli chiedi … anche con la sua arte piega un certo messaggio, una certa sensazione in altra direzione, fino anche a capovolgere le cose.

Così un tronco che si divarica versa l’alto, rovesciato, può alludere alle gambe di una figura umana che si innalza, percorso dal fuoco del sangue della vita.

O le croci di un cimitero esaltano l’opposto: la tenerezza dell’abbraccio della nonna per la sua nipotina.

Dei “tragitti trasversali” taglienti come una pioggia battente di lato trovano solida stabile soluzione dentro un quadrato.

Un fascio di luce diagonale che conduce ad una porta trova sul suo percorso impresse figurine umane anche capovolte, alcune del tutto ignare che le attenda la domanda del dove si è diretti.

In “Presenze 1, 2, 3” forme vagamente vegetali affermano il valore del verticale,

il valore di giocare di riflesso e tentare esilissimi fili di qualcosa che potrebbe essere vita,

la necessità di trovare un equilibrio come in una piazza o una architettura sull’ascissa e l’ordinata di uno spazio.


E un potente precisissimo vortice di cifre, metafora possibile del tempo, ti chiede in fondo all’imbuto: ma non lo avevi sempre saputo che il fumo sfuma fino a farti nessuno?


Così si spiega perché questa mini personale di Ilario Dalvit, con dieci opere, sia ospitata nella stanza numero sei, quella del desiderio e del distacco, nell’ambito della mostra “Le Sette Stanze” alla Casa della Pittura Fonetica a Rovereto.

La sintesi di desiderio e distacco è data magistralmente dalla stampa di due sfere una rossa, una celeste, affiancate, attraversate entrambe in diagonale da una regolare sfumatura in modo da formare un triangolo che le armonizza in unità. Come dire: ci vuole uno e l’altro per ottenere un risultato maturo, saporito, definito nella realtà.

E il tutto va stampato. Ripetuto. Tutto è memoria. E acquista valore nel continuo ritorno.

cosa sono queste SETTE STANZE

Ma cosa sono queste SETTE STANZE?

E’ la terza inaugurazione questa di domenica 7 maggio alle 18 presso la Casa della Pittura Fonetica a Rovereto quest’anno. L’apertura della mostra LE SETTE STANZE era stata a marzo.

Poi ad aprile due delle sette stanze, la sesta e la settima, si erano trasformate in una mostra rispettivamente per Ilario Dalvit, con le sue stampe curiosamente astratte e concrete, e per Paolo Ober con opere dove l’arcobaleno incalza la vita con una purezza geometrica così naturale da farti dire: perché effettivamente non l’ho visto prima?

Ora maggio è per per Margaret Nella, l’artista del tessuto vissuto come una carezza, e Claudio Cavalieri l’artista per cui ogni scheggia di legno diventa, per quanto apparentemente morta , testimone primordiale dell’albero della vita. Margaret Nella nella quarta stanza, quella del cuore e del senso del tatto. Claudio Cavalieri nella quinta, quella della linfa, della spinta verso l’alto.

Nella mostra LE SETTE STANZE si segue la millenaria filosofia esistenziale yoga. Essa sostiene l’impalcatura concettuale-emozionale di questa caleidoscopica mostra. E’ scaturita e ispirata dal volume filosofico/poetico TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO di recente pubblicazione con l’Editore Campanotto.

Per saperne di più bisogna andarla a visitare o intervistare il curatore e autore del libro, Alberto Sighele. (la Casa della Pittura Fonetica è casa sua, ma è casa aperta, come ogni casa d’artista). Se si va alle inaugurazioni, si finisce col cenare assieme, con verdure dell’orto sotto casa (e qualcos’altro).

al 13 si danno i numeri: il 4 a Margaret Nella, il 5 a Claudio Cavalieri

Alla Casa della Pittura Fonetica a Rovereto in via Giovannini, al 13, si danno i numeri. C’è la mostra d’arte LE SETTE STANZE. Dura per tutto il 2023. I numeri sono quelli della fortuna al lotto, non di chi va “fuori”.

Ma adesso a maggio, nel mese dei fiori, nella quarta stanza, quella del cuore, leggera come una carezza, entra l’artista della stoffa, Margaret Nella, con sette opere per i sette chakra, centri di vita nel nostro corpo, davanti ad una macchina da cucire, come per dire: cucito e vissuto sono lo stesso percorso.
Nella quinta stanza, quella della gola, della parola, del desiderio, dal basso all’alto, con grande bravura e risalto, il pittore scultore Claudio Cavalieri ragiona col legno, sembra dire: ti insegno la verticalità nel vegetale, ma questo vale per la vita di tutti, i belli e i farabutti. Ed il mio desiderio è che tu faccia sul serio una riflessione amorosa sulla natura e su quel che effettivamente dura.
Questa terza inaugurazione avverrà domenica 7 dalle 18 in poi, con festa conviviale e grande performance creativa dei due artisti su un lenzuolo che farà sintesi tra tela e legno, e rimarrà lì ad aspettare un tuo sguardo almeno.
La mostra è visitabile telefonando al curatore Alberto Sighele 388 9364977. Visita solitaria e meditativa, o meglio, all’inaugurazione quando il risveglio al bello sarà partecipativo, soggettivo e collettivo: dimostrazione che ognuno è vivo.

MOSTRA D’ARTE le sette stanze TUTTO è SETTE: libro casa corpo

Con l’inizio della primavera sabato 25 marzo a Rovereto alla Casa della Pittura Fonetica, la casa d’artista di Alberto Sighele alle 18 ha inaugurato la mostra LE SETTE STANZE. E’ la casa che inaugura se stessa nelle sette stanze, corrispondenti alle sette ruote di vita nel nostro corpo, perciò casa-corpo. Sono i sette principi Veda che dall’antichità dell’indo-europeo sono venuti a noi a spiegarci noi stessi ed il nostro posto nell’universo, che è uno, due come dialogo, tre come sintesi, quattro come centro del cuore, cinque come parola, sei come accettazione degli opposti, sette come imbuto all’infinito. Corrispondono ai sette canti di TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO il poema erotico-filosofico, catalogo di Pittura Fonetica, edito da Campanotto Editore, che nella persona di Carlo Marcello Conti artista e collezionista di Poesia Visiva ha contribuito con 10 opere alla stanza numero sei. La Pittura Fonetica di Sighele è nell’alveo della Poesia Visiva, ma anche nella scia del futurismo di Depero. Non solo il concetto di Casa d’Artista accomuna i due, ma anche l’onomalingua di Depero vibra foneticamente nei quadri come nella ricerca fonetico visiva di Sighele. Lo dimostra l’interesse espresso da Federico Zanoner responsabile per il Mart della Casa futurista Depero e quello di Fiorenzo Degasperi critico d’arte, redattore di ARTE TRENTINA. Le sette immagini, più una, sono un campione, uno per stanza, delle opere esposte. 1 “da quei scalini sale Kundalini” è il percorso a spirale ascensionale dal primo chakra al settimo, quello della realizzazione. 2 “nuovo e vecchio amico di Putin” il due spiega nel bene e nel male che tutto si inanella a catena e la nostra coscienza deve spezzare, allentare o rafforzare l’avvitamento. Un avvitamento positivo è quello tra parola ed immagine nella Pittura Fonetica. 3 “la lotta per la libertà è un cavatappi”. Sintesi di destra e sinistra, lotta per la giustizia, il compromesso, l’armonia. 4 “questo volo è solo per il tatto” il tatto è il senso corrispondente al cuore, la carezza. 5 “il fuoco d’artificio alla luna” le parla, la desidera, vuol raggiungerla. 6 opera di Poesia Visiva di Carlo Marcello Conti che fonde scrittura e immagine. 7 “in grembo in groppa all’Europa” in ricordo di Nemtsov fatto uccidere da Putin nel 2015 perché denunciava l’aggressione all’Ucraina nella annessione illegale della Crimea del 2014. La settima stanza contiene anche “la campanula ulula alla luce che la bellezza c’è.”

A partire da sabato 8 aprile la mostra si aprirà nelle varie stanze per un mese ad altri artisti. Ilario Dalvit e Paolo Ober nella sesta e settima stanza. Margaret Nella nella quarta a maggio. Laura Zilocchi nella seconda a giugno… e così via fino alla fine del 2023. Il 2024 sarà l’anno della mostra DISARMO e la nudità dell’EDEN sempre alla Casa della Pittura Fonetica. In tutto questo fervore culturale c’è il continuo supporto della Associazione Kunst Grenzen di Roveré della Luna di cui molti degli artisti coinvolti fanno parte.

vecchio e nuovo articolo per il Corriere del Trentino sulla mostra d’arte: le sette stanze

alla redazione del Corriere del Trentino

in cronaca di Rovereto o della cultura
con gentile richiesta di utilizzo da parte vostra se lo ritenete possibile

seconda versione:

E’ aperta la mostra d’arte LE SETTE STANZE alla Casa della PITTURA FONETICA, a Rovereto, in via Giovannini 13 per tutto il 2023. Alberto Sighele, il curatore, e proprietario di casa, è un fenomeno sismico: mica si accontenta della Poesia Visiva di Carlo Marcello Conti, Editore Campanotto, (il suo Editore) di cui riempie la Sesta Stanza con opere di Michele Perfetti, Alfio Fiorentino, Giacomo Bergamini, Ernst Lew, Davide Argnani, Tommaso Binga, Marilla Battilana, Giulia Nicolai, Mirella Bentivoglio, Guido Savio… trasforma, nel passaggio tra la Sesta alla Settima Stanza, la poesia visiva in pittura fonetica, di sua ideazione, nella realizzazione cioè di una nuova ramificazione della poesia visiva. Viene dal desiderio: la Quinta Stanza, la quale a sua volta viene dalla Quarta, il cuore.

Praticamente questa mostra d’arte, in una Casa d’Artista, che è stata aperta sabato 25 marzo, è cosa mai vista, finora nel suo essere contemporaneamente: mostra, casa, corpo… articolata sui sette chakra (centri di energia vitale) del nostro corpo. Chi ha il coraggio e la curiosità di visitarla entra così in una storia infinita, un flusso continuo che dimostra, essendo mostra, che il libro d’artista TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO di Sighele: poema, filosofico, erotico, politico, (a 15 euro), (per una coscienza e un mondo migliore), in sette canti di 21 (7×3) strofe per canto, di sette righe per strofa, di sette accenti per riga, sui sette principi della cultura Veda agli inizi dell’Indoeuropeo… può essere alla base e ispirazione della mostra stessa, LE SETTE STANZE, della Casa d’Artista: CASA della PITTURA FONETICA, casa d’abitazione di Alberto Sighele ma anche spazio aperto all’incontro di artisti e pubblico in ricerca di senso nella contemporaneità. E la casa e le stanze diventano simbolo e percorso per scoprire cosa capita e a cosa sono destinati i sette centri di energia vitale e spirituale nel nostro corpo: i chakra.
Ha introdotto Claudio Cavalieri in uno sviluppo dal Futurismo a Sighele. Ha recitato scintille e goccie di poesia Rosa Yurchenko attrice russa/ucraina. L’associazione d’artisti Kunst Grenzen Arte di Frontiera aiuta e sostiene.

precedente versione:

Apre la mostra LE SETTE STANZE e dimostra, alla Casa della PITTURA FONETICA, a Rovereto, in via Giovannini 13, che Alberto Sighele, il curatore, è un fenomeno sismico: mica si accontenta della Poesia Visiva di Carlo Marcello Conti, Editore Campanotto, che ha riempito la Sesta Stanza con Michele Perfetti, Alfio Fiorentino, Giacomo Bergamini, Ernst Lew, Davide Argnani, Tommaso Binga, Marilla Battilana, Giulia Nicolai, Mirella Bentivoglio, Guido Savio. E trasforma la sesta nella Settima Stanza, nella realizzazione di una nuova ramificazione della poesia visiva: la pittura fonetica. Viene dal desiderio: la Quinta Stanza, la quale a sua volta viene dalla Quarta, il cuore.

Praticamente questa mostra d’arte, in una Casa d’Artista, che apre alle 18 sabato il 25 marzo, è cosa mai vista, finora nel suo essere contemporaneamente: mostra, casa, corpo… articolata sui sette chakra (centri di energia vitale) del nostro corpo.

Una storia infinita, un flusso continuo che dimostra, essendo mostra, che il libro d’artista TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO di Sighele: poema, filosofico, erotico, politico, (a 15 euro), (per una coscienza e un mondo migliore), in sette canti di 21 (7×3) strofe per canto, di sette righe per strofa, di sette accenti per riga, sui sette principi della cultura Veda agli inizi dell’Indoeuropeo… può essere vero per ciascuno di noi ed essere alla base e ispirazione della mostra stessa.

Parleranno gli artisti Osvaldo Maffei e Claudio Cavalieri. Reciterà scintille e goccie di poesia Rosa Yurchenko attrice russa/ucraina. L’associazione d’artisti Kunst Grenzen Arte di Frontiera aiuta e sostiene.

Le immagini allegate marcano le porte alle SETTE STANZE.

Alberto Sighele

tel 388 9364977

albertosighele@apoemaday.eu

il testo sopra è anche allegato oltre alle 7 immagini per le sette porte delle 7 stanze

2 due tu tue tuo
3 tre tra me e te
4 quattro casa cardine cuore
5 raggio viaggio saggio
7 sette calmo colmo

mostra LE SETTE STANZE alla casa della Pittura Fonetica in via Giovannini 13 a Rovereto dal 25 marzo a tutto il 2023

Con l’inizio della primavera sabato 25 marzo a Rovereto alla Casa della Pittura Fonetica, la casa d’artista di Alberto Sighele alle 18 inaugura la mostra LE SETTE STANZE. E’ la casa che inaugura se stessa nelle sette stanze, corrispondenti alle sette ruote di vita nel nostro corpo, perciò casa-corpo. Sono i sette principi Veda che dall’antichità dell’indo-europeo sono venuti a noi a spiegarci noi stessi ed il nostro posto nell’universo, che è uno, due come dialogo, tre come sintesi, quattro come centro del cuore, cinque come parola, sei come accettazione degli opposti, sette come imbuto all’infinito. Corrispondono ai sette canti di TU SEI TUTTO FINO AL SETTIMO CIELO il poema erotico-filosofico, catalogo di Pittura Fonetica, edito da Campanotto Editore, che nella persona di Carlo Marcello Conti artista e collezionista di Poesia Visiva ha contribuito con 10 opere alla stanza numero sei. La Pittura Fonetica di Sighele è nell’alveo della Poesia Visiva, ma anche nella scia del futurismo di Depero. Non solo il concetto di Casa d’Artista accomuna i due, ma anche l’onomalingua di Depero vibra foneticamente nei quadri come nella ricerca fonetico visiva di Sighele. Lo dimostra l’interesse espresso da Federico Zanoner responsabile per il Mart della Casa futurista Depero e quello di Fiorenzo Degasperi critico d’arte, redattore di ARTE TRENTINA. Le sette immagini, più una, sono un campione, uno per stanza, delle opere esposte. 1 “da quei scalini sale kundalini Kundalini” è il percorso a spirale ascensionale dal primo chakra al settimo, quello della realizzazione. 2 “nuovo e vecchio amico di Putin” il due spiega nel bene e nel male che tutto si inanella a catena e la nostra coscienza deve spezzare, allentare o rafforzare l’avvitamento. Un avvitamento positivo è quello tra parola ed immagine nella Pittura Fonetica. 3 “la lotta per la libertà è un cavatappi”. Sintesi di destra e sinistra, lotta per la giustizia, il compromesso, l’armonia. 4 “questo volo è solo per il tatto” il tatto è il senso corrispondente al cuore, la carezza. 5 “il fuoco d’artificio alla luna” le parla, la desidera, vuol raggiungerla. 6 opera di Poesia Visiva di Carlo Marcello Conti che fonde scrittura e immagine. 7 “in grembo in groppa all’Europa” in ricordo di Nemtsov fatto uccidere da Putin nel 2015 perché denunciava l’aggressione all’Ucraina nella annessione illegale della Crimea del 2014. La settima stanza contiene anche “la campanula ulula alla luce che la bellezza c’è.”

A partire da sabato 8 aprile la mostra si aprirà nelle varie stanze per un mese ad altri artisti. Ilario Dalvit e Paolo Ober nella sesta e settima stanza. Margaret Nella e Claudio Cavalieri nella quarta e quinta a maggio. Laura Zilocchi nella prima e seconda a giugno… e così via fino alla fine del 2023. Il 2024 sarà l’anno della mostra DISARMO e la nudità dell’EDEN sempre alla Casa della Pittura Fonetica.