sopra l’osso sacro la tua divinità avvolta tre volte
sotto il tuo sesso attende che adesso la tua coscienza
la chiami fino alle fontanelle in mezzo ai tuoi capelli
e così nel mezzo del giardino sia tu l’albero delle
conoscenze delle differenze tra bene e male
ti lasci tentare dal serpente che abbandona la terra
e sale a spirale a tentare di portare il frutto alla bocca
adesso tocca a te capire di lasciarsi andare alla tentazione
è la direzione che Eva la vita dà ad Adamo nel pomo
da mordere e che il serpente niente è se non la coscienza
individuale tua che si avvolge al tronco che è monco
se non unisce la terra al cielo se non è dono da mordere
nel frutto che non è tutto se non è morso come sorso
e la divinità stà nell’accogliere la sfida non nel rimorso
mordere il frutto è il nostro destino divino l’esatto
contrario della storia di chi la racconta al rovescio
con rimorso castigo punizione colpa col ricatto
del peccato che è solo: che peccato non averlo fatto!
la gioia il ritorno all’eden della felicità qui e adesso