Putin o Navalny, Lukashenko o Tikhanovskaya, in UCRAINA l’aggressore o chi resiste?

Chi interpreta l’anima slava?

Putin o Navalny, Lukashenko o Tikhanovskaya? Maidan o la epidemia di arresti di giovani e vecchi oppositori alla guerra di aggressione di Putin?

Di chi è la narrazione?

Della propaganda di Putin e Lavrov o della grande letteratura russa che sfidava il potere costituito e ora dei reporter assassinati o imbavagliati dal potere di Putin?
O per fare un esempio concreto di propaganda rovesciata come un calzino: chi minaccia chi?

La Nato, che ora è prudentissima ad evitare la rincorsa al rialzo nel conflitto, o Putin che ad ogni difficoltà alza il tiro aggressivo in funzione intimidatoria? Dov’è finito quel trattato con la Russia che assicurava all’Ucraina sicurezza quando questa rinunciava alle testate nucleari sul proprio territorio?

La minaccia dell’Europa è la sua democrazia (per quanto zoppicante, un’atleta rispetto al regime di Putin!) non le testate nucleari che non si sono mosse da dove erano. Certo anche l’Occidente ha una storia di imperialismo, ma al suo interno ci sono ancora anticorpi e la battaglia è sempre aperta. Se uno dei fondamenti collettivi è la libertà. Ma ricordiamo Assange!!!Certo ancora che al disarmo avviato da Gorbaciov l’Occidente imperiale e militarista e la Nato ha risposto prevaricando le oceaniche manifestazioni per la pace con le guerre in Medio Oriente. E il Medio Oriente accecato dal potere del petrolio nello scontro intestino culminante nel massacro dello Yemen, per far solo l’ultimo esempio.

Ma torniamo all’Ucraina (pur coscienti che tutto il mondo, e l’umanità che ne è il cervello, è connesso).

L’amore della grande madre, la propria terra, sarebbe quello degli oligarchi ladri della proprietà comune dello Stato ex-sovietico per nascondere il bottino nella pancia di quello che si dichiara nemico, l’Occidente, ma di cui si sfrutta lo stato di diritto e le regole che invece si negano al proprio popolo, o di chi rischia ogni giorno la propria vita e dei propri familiari nella sfida al potere cosiddetto costituito? O chi difende il proprio orto, dal soldatino di Putin che gli ruba i polli imbracciando un mitra?

E il destino di Ucraina, Russia e Bielorussia è l’Europa, o l’avventura di una alleanza con l’autoritaritarismo, nazionalismo, militarismo, imperialismo cinese? E chi li decide i destini i popoli o i dittatori?

Putin ha ragione nell’affermare l’unità storica, spirituale del popolo slavo. Ma lui ne è il lato oscuro e chi gli si oppone il lato splendente. E’ una grande legge dell’universo che il nemico prima di essere fuori, è dentro. Ciascuno si guardi dentro. E per la stessa grande regola della ruota che gira, questa aggressione è la fine di Putin.

E non riesco a liberarmi da un’altra tragica visione quando vedo il Patriarca Cirillo al fianco di Putin: quel Cirillo che portò il cirillico a sostituire, calpestando l’alfabeto, saggezza e spiritualità precedente nelle pianure slave, è lo stesso che mandò i suoi monaci fanatici cristiani a trucidare, in nome di un’unica fede, Ipazia l’ intellettuale- donna di Alessandria d’Egitto, che tesseva l’incontro di tutte le grandi culture del tempo in quel crocevia, porto del mondo mediterraneo di allora.
Concludo con l’invito a partecipare allo spettacolo socraticopoeticomusicalpoliticodialogico “Sisifo filosofo con lo zuffolo / sconcerto per l’Ucrania” con Yurchenko (dal Donbass), Sighele, Vigagni sabato prossimo 23/3 ore 20.30 all’ex municipio, quasi in piazza di Mori.

Alberto Sighele

per la pace prima a Mosca poi in Cina disarmare la polizia
7 i vizi capitali di Putin, 1* la menzogna
prima la Russia e poi la Cina disarmo e noi ancora prima
non ridurla a un fantasma
ognuno sogna che la verità buchi la menzogna