Giosuè Allegrini interviene alla Casa della Pittura Fonetica

dialogo stimolato da Giosuè Allegrini nella prima stanza con Laura Zilocchi, Guadalupe Zepeda, Lucia Martorelli, Claudio Cavalieri, Alberto Sighele alla Casa della Pittura Fonetica 11 giugno 2023. Osservatori attenti anche Federico Zanoner e Duccio Dogheria.

Giosuè Allegrini: Ci sono sempre stati questi due elementi: l’esperienziale e l’ideale. Questi due elementi vengono messi a sistema con una doppia declinazione: la decontestualizzazione dell’oggetto che assume nuove forme e l’elemento sinestetico. Questo io credo che sia una chiave di lettura che si può dare. E’ chiaro che il tuo lavoro di Pittura Fonetica è verbovisuale. Ma che genere di verbovisualità? Quella della poesia concreta: la parola che si struttura in immagine, dove l’elemento verbale e figurativo si raffrontano come nelle opere di Simia di Rodi piuttosto che nei Carmi Figurati Alessandrini piuttosto che mille altre cose: le Tavole Parolibere Futuriste? Si, c’è l’utilizzo della parola ma c’è anche qualcos’altro. La parola si struttura in immagine ma nel caso tuo in maniera un po’ diversa, si rapporta anche all’elemento figurativo, allora Poesia Visiva? Due linguaggi, due codici espressivi che si negano, si scontrano a volte per dare il senso della nullità della informazione e quant’altro… due visuali: significante e significato? Qui c’è un’altra chiave di lettura: la ricerca di un’armonia tra i vari elementi. Questo mi porta ad un altro passaggio scritto da Lucia Martorelli (nella sua critica a “Tu sei tutto fino al settimo cielo”) che mi sembra molto calzante. A proposito della meditazione. Giungiamo alla consapevolezza che l’universo cerca il suo equilibrio, noi ne facciamo parte e agiamo reciprocamente in questo sistema circolare tramite il desiderio, che si genera nel cuore e spinge all’azione il vortice. E solo se il desiderio è conforme all’equilibrio universale e cioè all’amore, porta alla realizzazione di sé e del prossimo. Questo è un aspetto interessante: quello della circolarità. Non abbiamo più una visione positivista, illuminista. Come se fosse da accantonare la scienza, la ragione che hanno il compito di indicare la strada. Non abbiamo più una causalità nei vari processi. Una linearità, un processo accanto all’altro che si inanellano. Qui abbiamo un panta rei a derivata continua, un continuo scorrere di cose. Questo è un elemento interessante che poi emerge nelle varie stanze con la propria simbologia e quindi da un punto di vista gnoseologico e ermeneutico mi sento di dire che la chiave é qui nell’equilibrio degli opposti, nell’armonia, in questo panta rei però circolare, ora …

Alberto Sighele: Sì. Quando dicevo alla Laura: tu sei all’inizio, nella prima stanza, e Guadalupe è alla fine, nella settima. Ma potrebbe essere anche l’opposto. Ti ricordi che dicevo questa cosa. In questa stanza sotto: la Laura Zilocchi, e la Guadalupe Zepeda è di sopra, nella settima, però…

Giosuè Allegrini: è proprio questo l’elemento autorigenerante quando parlavi poc’anzi che la morte non esiste.

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Poeta, artista di Pittura Fonetica, attore regista della Compagnia Fonetica. Sostiene l'Europa unita fino agli Urali e in un mediterraneo di Ulisse, non fossa comune.