mostra di Pittura Fonetica di Alberto Sighele:
“sale e scende le scale del sè”
presentazione di Alessandro Franceschini
Giovedì 20 dicembre ore 18 2018 Biblioteca civica Tartarotti di Rovereto
sala multimediale
quadri sul pianerottolo che scende in biblioteca
la prima parola
la prima parola è la politica, quella che ci tiene assieme, e la dichiarazione d’amore, l’attrazione tra uomo e donna, il primo spettacolo. Le manifestazioni ucraine per la difesa dell’orientamento pro-europeo si mescolano al nostro spettacolo italiano di San Remo
la mia anima si infila alla canna sono uscito sul davanti coi proiettili il Carletti ha ragione questo è amore questo è un tunnel che mi porta alla luce
la a di anima sulla faccia del capellano militare Annibale Carletti che oltre a fare il bravo prete che predica l’amore per il nemico in mancanza di ufficiali, già morti, guida i soldati al combattimento
totò parla all’umanità in fondo al pozzo
intervento su un quadro di Xante Battaglia la napolitaneità che diventa invito all’interiorità
spinge finché tu fiorisca e rincorrendo te io riesca a trovare me stesso
il rapporto come specchio per la ricerca di se stessi
la realtà è uno specchio vede l’occhio del tuo io tuo di d
nella saletta multimediale nel sottosuolo della biblioteca le seguenti 31 opere:
“Sale e scende le scale del sè” perché l’arte deve, per questo artista, invitare il pubblico allo stesso percorso affascinante che ha e sta realizzando lui nella ricerca del senso della vita: l’entrare in sè e trovare nel sè le risorse per incontrare, comprendere e trasformare l’ambiente a sè esterno, il mondo, l’universo. La biblioteca roveretana è una metafora del processo: entri nel tuo sottosuolo, scendi, ti raccogli, entri nel libro e vi scopri il senso della tua vita, il percorso che tu devi fare e come tu, in realtà , sia, la tua coscienza, il centro creatore dell’universo. la tua coscienza è l’appartenenza alla divinità creativa. Poi risali nella città, nel mondo e sei migliore tu ed è migliore l’universo. Perché la tua coscienza e l’universo siete, siamo, uno. Alberto Sighele
eccoti qua di ritorno nell’utero della tua valle nelle pieghe della pelle al paese, senza madre né chiesa né casa gli alberi gli unici amici le radici e le foglie il tuo cibo i fili d’erba l’unica fede
tratto dal testo teatrale che parla di un soldato che non vuole tornare al fronte
ali di farfalla le ciglia della mia mente battono freneticamente spazzolano l’aria che io ti possa vedere le antenne del mio desiderio poi si contorcono si allungano assaggiando lo spazio tra di noi
nel blu sei tu
su un quadro di Xante Battaglia della madre arcaica
non vogliamo un fiore nell’elmetto al fiore dal vaso da notte la domanda attuale cruciale da capire chiediamo al mondo l’illuminazione chi è il fiore e chi è lo stronzo un clistere al potere aiutiamolo a spingere
la lotta al potere come sforzo per superare la stitichezza la vita come flusso che non accetta blocchi
la vita è un albero forte con rami e frutti ma discernere tra il bene ed il male è quello che ci si deve aspettare da tutti la Cattedrale d’Otranto
da una poesia sul mosaico della cattedrale d’Otranto
ci arriva dalla deriva del tempo quest’altra meraviglia l’albero mosaico della vita eccolo disteso lungo il pavimento alzarsi per tutta la lunghezza della navata fin sotto l’altare del cielohai mai pensato anche solo un istante come donna ed amante di vestirti di me come uno scialle una serata di gala attorno alle spalle signore elegante?tu dici che sono matto è come sono fatto pazzo di te, mio amore, ti ho dove cresce il cuore molto prima molto sotto molto più profondo di come crede il mondo adesso vado ma sono sempre qui in attesa di un tuo sì
l’amore è oltre lo spazio e il tempo è la realtà fondante l’esistenza
sul profilo del monte difende la terra sulla cresta barriera tra il fuoco della Strafexpedition nell’arsa Vallarsa e la verde valle dell’Adige verso Verona dalla torta alla cresta alla schiena dello Zugna
dall’opera sulla battaglia di Passo Buole
coscienza cuore conforto coraggio
lo stesso suono che accoglie e conforta
la campanula ulula alla luce che la bellezza c’è
il piccolo Putin si raddoppia in puttana del potere non pensa ai poveri
groviglio di pppp
forse noi dobbiamo dire addio alle armi no alla guerra ricostruire la terra dal disarmo unilaterale
il dono del disarmo nella d
il mare è nudo nell’onda i seni dicono vieni l’amore vi risponde e vi si abbandona
la n è l’Eden
se il braccio di bronzo del tiranno alzato al cielo cade in avanti e si pianta nella polvere perché il cannone del tiranno petrolifero finanziario invade la regione e a sua volta puntella il cielo in saluto acuto imperiale tanto vale dirglielo in faccia …
la t come tiranno e cannone
il passo Buole rimarrà lì dove il bue d’Italia vuole il suo giogo vi ha dato sangue più abbondante di loro
la b di Buole si raddoppia nell’abbondanza del sangue versato
con tre cammelli e tre re è innocente la stella d’oriente e il presepe – al sè – è proprio il tuo corpo
il sè è la divinità in noi
trittico padre figlio e spirito santo quanto è bella la vita
la giustizia è una festa
che la st stia in piedi nella festa della giustizia
chi cerca trova nel cesto interiore l’uovo
la o è l’uovo
sulla situazione nel nostro paese, l’Ucraina siamo due insegnanti ucraine di lingua russaio non peso le tue virtù e i tuoi difetti non per tortuoso percorso di ragione ti amo amore ma di intuitiva passione solo misuro quanto vicina ti metti lo stesso colpo d’occhio sulla guerra non salgo nessuna delle due barricate solo registro quante armi hanno legittimate e quanto sangue poi cola per terra ma quando percorro una ad una le tue virtù scopro motivo di gioia già nel tuo pensiero come quando analizzo il quadro storico intero ogni ragione conclude con la guerra un tabùla tua attesa diventa il mio battito mi suona sullo stomaco
anche il corpo ha un percorso dalla pelle al dentro
tutto aspetta te
i dittatori sono così attaccati inchiodati al trono che sentiranno i chiodi nel culo anche quando non ce lo avranno piùla verità già ci fa liberinata a Sloviansk sono Rosa sono russa sono Yurchenko ucraina sono Rosa sono russa sono Yurchenko sono ucraina propaganda che dice di proteggermi? Da chi?
siamo un solo corpo la solitudine di Israele che allatta Hamas lontano dal mondo
una torre che potesse toccare il cielo e stenta a dire una sola parola
stretta di mani al collo della Siria al collo dell’Italia 2018