Europa e poi Mori (sottotitolo: Tabù e Tondo)

Europa e poi Mori
(sottotitolo : Tondo e Tabù)
da realizzare a Mori prima delle elezioni europee con la partecipazione di associazioni culturali, musicali, artistiche di Mori con la regia di Barozzi Lanfranco su testi e quadri di pittura fonetica di Alberto Sighele provenienti da Tondo e Tabù.

Il grande orologio
sulla parete
della chiesa di Monte Albano
cosa credete
che dica se non l’elogio
dalle Alpi al piano
di quel che l’Adige mormora adagio :
Basta stragi ! In Europa
la politica sia una scopa :
via chi parla con la paura
resti di ognuno la pura
coscienza che la vita è una ferrata
una scalata di fiducia nel cielo
da cui il sole sorge e tramonta
Mori è pronta e muoia
l’Europa con tutti i filistei
dei piagnistei che la colpa è degli altri
e risorga nel sole già alto
del nostro orologio di Monte Albano
Mori, centro d’Europa,
vita ti amo.

(danzabili forse : da Tondo : pianura 26, muri38, le spese militari 41, lava50, finché il lago è smeraldo57,calmo e colmo79….
da Tabù : sei bellissima 31, punto di domanda 103, sapone 113…)

quadri di pittura fonetica da Tabù: se ammazzano te19, l’ultima luna23, città assediata27, tempesta nel deserto37, lamento per te nel vento37, con risparmio di trasferta39, nessuna delle due barricate43, fuoco amico57, così è la violenza una lenza57, il braccio di bronzo del tiranno65, zebre139.

se ammazzano te, amore
è arma di distruzione di massa
è crimine immenso
perché sei tutto per me
come ad Iroshima
non ci sarà dopo ne prima
stringimi sul tuo seno, amore
un momento al meno
al riparo di questa duna
prima che si alzi su di noi
il cingolo della morte
sarà dolce l’ultima luna

 

sul tuo corpo di donna si accanisce la guerra
il tuo paese è una vulva tra il Tigri e l’Eufrate
violata dal padre padrino padrone il potere
la città è femminile e covo di vita assediata
dal deserto di questo invasore
con infezione di bombe
e mi chiedi se ti posso salvare
se questa volta lacerata vivrai
sono la tempesta nel deserto amore sono venuto a tentare di trattenerli a terra con la mia furia di rosso e nero nel cielo chiudendoli per tre giorni almeno in cinque metri di visibilità nel mistero della condizione umana della coscienza
o nessuno mi impedirà d’essere lamento
per te nel vento
l’unico rituale
al tuo funerale
l’arma tecnologica in piedi lucente
chiama e specchia l’arma umana il martirio
mente lucida sul piano di guerra
sa che il sangue più dello sparo è vincente
e il cuore mio che trattiene tutto il rosso
per te, amore, dentro in fondo fino all’osso
batte già sul tamburo sicuro
del disarmo in Europa e negli Usa
ispettori nei sofisticati arsenali
con risparmio di trasferta per l’Onu
ipocrisia e democrazia non sono
la stessa coperta che uno usa ed abusa
io non peso le tue virtù e i tuoi difetti
non per tortuoso percorso di ragione
ti amo, amore, ma di intuitiva passione
solo misuro quanto vicina ti metti
lo stesso colpo d’occhio sulla guerra
non salgo nessuna delle due barricate
solo registro quante armi hanno legittimate
e quanto sangue poi cola per terra
ma quando percorro una ad una le tue virtù
scopro motivo di gioia già nel tuo pensiero
come quando analizzo il quadro storico intero
ogni ragione conclude con la guerra un tabù
la bomba ti fa sentire così in alto
che non distingui più l’altro
colpisci alla nuca ed annienti
il convoglio tuo amico
carcasse bruciate dal fuoco
sarebbe troppo bello fratello
distinguere facilmente il nemico
l’umanità è tale vasta prateria d’erba secca
che sbagli se pensi che basta potenza di fuoco
infatti poco dopo è tutto un incendio
così è la violenza una lenza che tira il pescatore nell’acqua
è il pesce che ha l’iniziativa e la vita è ancora viva
per l’equilibrio non l’onnipotenza
se il braccio di bronzo del tiranno alzato al cielo cade
in avanti e si pianta nella polvere perché il cannone
del tiranno petrolifero finanziario invade la regione
e a sua volta puntella il cielo in saluto acuto imperiale
tanto vale dirglielo in faccia che la sua democrazia
è una minaccia di leucemia da uranio infondo al cranio
perfino al mercenario suo finché è accesa
sul calendario miccia di guerra preventiva
finché sei viva, amore, abbracciami
finché hai capelli nascondiamo lacrime
non del tiranno il cielo è nostro
di baci e stelle sul conto delle vittime

 

Da Tondo : ti tocco con gli occhi123, finché il lago è smeraldo57, essendo tondo

finché il lago è smeraldo
dal verde dei boschi sulle rive
ed il mare è spavaldo
d’aver rubato l’azzurro al cielo
forse non invecchio
se anch’io rispecchio
la tua bellezza accanto a me