tra carezza e corazza

tra carezza e corazza
una alza
l’altra abbassa

nel tempo moderno abbiamo bisogno di qualcosa d’eterno.
Contemporaneo è l’immagine ed il suono, fuso in uno solo; (ce lo ha insegnato il cinema), ma anche il calore del corpo e il rigore metallico, la fluidità del movimento e la rigidità della corazza. L’uomo contemporaneo ha bisogno di trovare l’unità per non perdersi nella frantumazione.
Qui si uniscono anche la a con la z, passando anche per il serp(b)ente della tentazione della bi e della esse.
Contemporaneo è anche il gioco del lego: il decostruire e ricostruire: la gif in cui lo spettatore è invitato a ri-fare il percorso creativo.

Alberto Sighele

non mi stanco

 

non mi stanco
di fluirti sul fianco

questa è pittura fonetica perché suona nella mente dello spettatore, infilzata dalla effe nella effe, innanzi tutto;  nutrendolo poi dell’immagine dell’ansa del fiume evocata dal fluire e dal fianco. E poi è concettuale perché cucisce gli opposti: la stanchezza col movimento…

Alberto Sighele

 

come uno zero

è la genialità dello zero dopo la uno che lo ha decuplicato in valore.
Così è l’amore un moltiplicatore di vita per dieci
negando la negazione lo zero.
E prima la mano è vuota (: ti manco)
ma quando s’appoggia sul fianco è piena.
La ruota gira e la speranza tira.

Alberto Sighele        (appunti per un manuale di Pittura Fonetica)