abbiamo scritto sugli striscioni

abbiamo scritto sugli striscioni
le nostre intimità
strapparli è oscenità

ci strappano gli striscioni
e dai microfoni
valanghe di intimidazioni

l’uragano si avvita da lontano
e la dignità sarà
dura a morire

anzi li infilzerà
si infilerà nella cruna dell’ago
e riprenderà a tessere

e potremo essere
noi stessi

 

mangiarsi Facebook a colazione
colpire i giornali
la scuola
lo striscione

il bavaglio è sbaglio
è il raglio dell’asino il nostro inno
poter dire noi sì no sì no
cosa voglio

sono le oche sul Campidoglio
il nostro orgoglio

appena da sotto
uno usa la testa
la tagliano

dall’alto
ogni giorno
una tempesta

di insulti all’umanità
adesso la dignità digrigna i denti
e vedrai se morde

macinerà tutto dall’interno
l’indecenza si sgretolerà
l’inferno sarà
per chi  se lo costruirà

è da questa parte
la felicità

Alberto Sighele

rimaniamo umani

rimaniamo umani
e ti tagliano le mani
ma rispuntano domani
dalle voglie delle foglie
dei tulipani
dai piedi  dagli eredi
dai nodi del legno dove siedi
siamo alberi liberi vincerà
l’aria e la libertà
e la spinta della linfa

Alberto Sighele

alza il dito

uno che alza il dito sorridendo
non per infilzarti ma riuscendo
dal culo al cielo nell’insegnamento
che il sesso è dono a dirti che
tutto si alza e la vita è scalza
ma bella: vedi lassù una stella?
è la stessa che brilla dentro te stesso/
stessa: è squisito il dito se ti fa
profeta profetessa

Alberto Sighele

MART

Mart
la Magìa dell’Arte è Rovesciare Tutto
Macinare Armonia dalle Rovine Trasformate
dalla Melma Ancora Risollevando il Tulipano
Mart

Alberto Sighele

Scipio Sighele

certo c’è uno spago che lega
Alberto Sighele a Scipio Sighele
sì che c’è è a Nago il gomitolo
in cima al lago e rotola sul mondo
perché in fondo anche se tutto gira
uno sospira per dove è nato
Scipio e Alberto e il suo antenato

e guarda:
Nago è lo spago
nel gomitolo
in cima al lago
di Garda

Alberto Sighele

il punto di partenza di tutto è l’esistenza

il punto di partenza di tutto è l’esistenza
quando uno non può fare senza
l’altro e capisce se stesso in contatto
col tutto a partire dalla pelle e poi dentro
nel covo cavo pieno scavo e trovo l’uovo
della coscienza che covo con pazienza
fino a che in cima agli alberi la rima
canta che prima riceve la linfa
dalla spinta palpitante dalla radice
di quel che ognuno dice a se stesso
e poi lo ritrova riflesso nella danza
che si innalza a spirale specchiandosi
all’altro dandosi l’uno all’altro
in alto riversandosi all’universo

Alberto Sighele

sui tuoi fianchi

sui tuoi fianchi
la cintura che mi manchi

dalle tue spalle
solo cose belle

i miei ideali
dalle tue scapole scappano

scivolano carezze
spuntano le ali

alzo la foglia di fico fin su
e all’ombelico sobbalzo

dalle tue ginocchia giro
mi sollevo e sospiro

mi accumulo a pannocchia
fino ai tuoi occhi

Alberto Sighele