l’erba secca non impreca invoca Alberto Sighele per Dangelo #pittura fonetica #alberto sighele #poesia visiva #albertosighele #www.apoemaday.eu

per Dangelo

 

orina muore
si decompone
il bisonte

ma oltre la collina
spunta all’orizzonte
ogni mattina

 

che tu sia un abete
o un frate

devi scendere
le scalinate dei rami

sfidare la luna
con germogli d’argento

affrontare il tormento
del totem

se non sei codardo
infilarti nel culo

alla luna
come un cardo

 

passerotto mio
quanto sangue hai cotto
nell’inverno ?

 

 

dalla curva del culo
all’anello nel cervello
ognuno di noi
è uccello

 

chiederò al verde
dell’insalata
di ricucirmi
a mia insaputa

si perde molto
senza culo e collo
solo testa e gambe
e lama nello stomaco

chiederò al sangue
dal centro delle terra
di ricucirmi al cielo
intanto anche a gocce

 

quando il sole sarà spento
perché ha dato il sangue al cielo
ed incandescenza ad ogni cosa

vedrai impronte mie in ascesa
ed il mio contorto tentativo
di sostituirmi a lui io vivo

 

sul legno il segno
dove il ramo esce alla luce
e per chi è distratto
sul dove conduce
segnale rifatto

 

 

il legno non si offende
se lui è lineare
e tu vuoi giocare

 

 

 

dalla vulva
è bello
far lievitare il martello
e scoprire il cielo ovale
e che la galassia si accenderà
a forza di bussare

 

il legno è il fiume
il vascello di bambù
il timone l’uccello
ogni vibrazione
e spruzzo
e che tu
sei tutto quello

 

il sottomarino e l’ocarina
vivono di trombe d’aria
il bottone è pronto
all’occlusione
ed eventuale sincope

 

la corteccia dice
più che una freccia
vorrei essere una giostra
che gira felice
così qualcuno mi mostra
le gambe
e a me batte il sangue

 

gli strati di roccia verticali
i petali di margherita
come battito d’ali
e non è scuro
il desiderio duro
di tenerezza all’utero
se lo conduce
carezza di luce
e tutto gira sale e sospira

 

battito d’ala
per una battuta di caccia
sotto il bottone
cosa vuoi che io faccia
se non cose belle
sulla tua pelle

mentre oscilla e brilla
la coscienza nella luce calda
fluisce, si controce, si sfalda
una vita dall’inizio alla fine
ma nel buon seme si salda

 

mica la formica
salita in groppa
si preoccupa
se l’elefante
zoppica

 

dillo
col pistillo
il vortice

 

sole d’oriente
mi alzo
come niente

 

la lametta
non ha fretta
eventualmente aspetta
che il sangue coaguli

 

l’erba secca
non impreca
invoca

 

resta
che l’universo
del vulcano
si versi piano
nella testa

 

non ti falcio
luna
nè ti infilzo
ti sanguino

oltre il muro
degli organi interni
sono sicuro
è il sangue
che sorregge il cielo
nei battiti e nei respiri

 

 

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Poeta, artista di Pittura Fonetica, attore regista della Compagnia Fonetica. Sostiene l'Europa unita fino agli Urali e in un mediterraneo di Ulisse, non fossa comune.